lasciati ispirare da tutti i borghi della garfagnana
Castelnuovo di Garfagnana
CASTELNUOVO DI GARFAGNANA: UN BORGO TUTTO DA SCOPRIRE IMMERSO NELLA NATURA E CHE AFFONDA LE SUE RADICI IN UN PASSATO DI DOMINAZIONE ESTENSE.
Percorriamo a piedi le suggestive vie del borgo di Castelnuovo Garfagnana, che raccontano la storia del governo dell’Ariosto.
Visite guidate per raggiungere i siti: Fortezza rinascimentale di Mont’Alfonso e centro storico.
Arrivati alla stazione iniziamo il percorso dirigendoci verso il centro abbastanza vicino.
Storia di Castelnuovo Garfagnana.
Capoluogo del territorio garfagnino, il borgo di Castelnuovo è immerso in un pittoresco contesto naturalistico ma anche storico. Fu oggetto di dispute tra borghi vicini per il suo dominio, vista la posizione strategica occupata.
Fu possesso della Repubblica di Lucca nei primi del 1300 e divenne Signoria con a capo il condottiero Castruccio Castracani.
Nel 1522 divenne governatore Ludovico Ariosto, inviato dagli Estensi, a cui gli abitanti del borgo decisero di sottomettersi logori dalle continue lotte dei borghi vicinori. Il poeta aveva l’incarico di dirozzare i garfagnini abituati a modi un po’ selvaggi e rudi “ metter le mani all’arme”.
Dopo vari passaggi di dominio finì poi per passare sotto la provincia di Lucca.
Teatro Alfieri : prima tappa a due passi dalla stazione.
Imponente costruzione realizzata nel 1860 con il contributo finanziario del conte Carli e Antonio Vittorini. La sua locazione si trova nel quartiere di Santa Lucia, un tempo Santa Lucia Gonfalonis.
La struttura ricalca quella del Teatro del Giglio di Lucca, mentre della mano del pittore locale Davide Franchi sono le eleganti decorazioni . Quello che possiamo ammirare oggi è stato oggetto di un restauro nel 2006 a causa del crollo della Torre Scenica. E’ il secondo teatro come capienza nella provincia di Lucca.
Santa Lucia: oratorio o chiesa.
La chiesa o oratorio ha assunto questa denominazione dopo una visita pastorale del 1467 (Sancte Lucie de Castronovo extra muros).
La sua origine risale al 1300, ha una disposizione obliqua per adattamento alla stretta via in cui è ubicata, nella nicchia è presente una statua marmorea raffigurante la Vergine con il Bambino del1800, mentre a sinistra si innalza un piccolo campanile.
Proseguendo il cammino ci troviamo a passare sopra il piccolo e caratteristico ponte di Santa Lucia, o Ponte di Sotto che fa da collegamento tra il borgo e il rione dei Cellabarotti. Se dal ponte fermiamo lo sguardo ci ritroviamo a fare un salto nel 1300, secolo di costruzione del passaggio per volere di Castruccio Castracani. Davanti ai nostri occhi si presentano le Mura e una porta medievale “ Porta di Castruccio” o” Porta Miccia” chiamata così per lo spostamento con gli asini tipico del tempo.
I tesori nascosti del Duomo di San Pietro e Paolo.
Proseguendo il percorso attraverso una breve salita si raggiunge il Duomo di San Pietro e Paolo: edificio di struttura romanica per la cui realizzazione passarono diversi anni, così che per ricordare questo fatto, nel campanile possiamo vedere un bassorilievo raffigurante un lumacone.
All’interno scopriamo i due tesori: la pala di terracotta robbiana invetriata con l’immagine di San Giuseppe e un crocifisso di legno “Cristo Nero” che si è conservato intero nonostante l’incendio della chiesa nel 1977.
Loggiato Porta.
Vicinissimo al Duomo troviamo, proprio nel piano terra del Palazzo comunale, il loggiato Porta dedicato al pittore manierista Giuseppe Porta.
Egli denominato anche Salviati, nacque a Castelnuovo durante la dominazione estense da Ludovico e Maria de Rocca. Il padre apparteneva ad una illustre famiglia locale. Giuseppe compì i suoi studi a Roma dove fu portato da uno zio che era segretario del vescovo di Pisa. Egli ebbe l’opportunità di formarsi con Francesco De Rossi, chiamato il Salviati, una delle figure di spicco nel contesto artistico italiano. Con il suo maestro viaggiò per l’Italia, prima raggiunse Firenze, poi Bologna, poi Venezia dove nel 1540 compì il suo vero e proprio primo esordio artistico e manifesto manieristico: un frontespizio illustrato e dedicato Francesco Marcolini. Decise di trasferirsi definitivamente a Venezia, nel 1541, dopo la partenza di Francesco Salviati. Qui realizzò opere importanti come: la Presentazione di Gesù al Tempio e santi, realizzata nel 1548 per incarico dei procuratori di S. Marco de Ultra per l’altare Valier ai Frari; la Deposizione dalla Croce per S. Pietro Martire a Murano, appartenente al 1548-50 circa; l’Assunzione della Vergine per S. Maria dei Servi, del 1550-55; le pale con la Vergine e i Ss. Antonio abate e Bernardo e i Ss. Girolamo, Caterina, Giovanni Battista e Tomaso, destinati alle cappelle Dandolo e Bragadin a S. Francesco della Vigna, del 1550-56. Con tre rappresentazioni allegoriche a forma tondeggiante raffiguranti “ Minerva, la Fortuna e la Virtù”, nel1556 decorò il soffitto della Libreria Marciana di Venezia. Realizzò poi “ Le arti di fronte a Mercurio e Plutone” ed “Ercole e Bellona”. Si spense a Venezia nel 1575.
La dimora dell’Ariosto : l’omonima Rocca.
Nella piazza centrale del borgo si erge la Rocca intitolata a Ludovico Ariosto, costruita però in tempi assai più remoti; il blocco portante risale al X secolo poi ci sono stati successivi interventi di ampliamento: Castruccio Castracani allargò la cinta muraria e Paolo Guinigi, nel 1675, fece costruire la torre centrale con terrazzo, proprio difronte alla piazza stessa.
Nel suo interno si possono ammirare gli stemmi dei diversi governatori della Garfagnana, i giardini che rievocano la storia vissuta e i corridoi che si affacciano verso il Serchio che scorre proprio sotto.
Nella piazza sottostante settimanalmente abbiamo lo storico mercato e in quel giorno, in passato, vuole la tradizione che non venissero arrestati i briganti.
L’oratorio o chiesa della Beata Vergine o della Madonna del Ponte
Borso d’Este nel 1453 fece costruire il ponte sulla Turrite (ancora oggi chiamato Ponte della Madonna) in fondo alla via denominata “la barchetta”.
Si narra che un calzolaio, appartenente alla famiglia Azzi, fu gravemente ferito proprio dopo averlo attraversato. Costui, guardando la sacra immagine della Madonna che era in mezzo al ponte, promise che, se fosse guarito, avrebbe innalzato in quel luogo una chiesetta in onore della sua Salvatrice. La guarigione avvenne, la promessa fu mantenuta.
Sant’Antonio Abate : chiesa o oratorio.
Non abbiamo una data precisa per stabilirne l’origine, ma sappiamo che fu utilizzata come sistemazione, nel 1770, delle truppe militari che temporaneamente si trovavano in zona.
Dopo essere stata riconsacrata dall’Arcivescovo di Lucca, Filippo Sardi, del cui fatto ne sono testimonianza due iscrizioni interne, ci furono ulteriori restauri alla fine del 1800, così che essa ha assunto la struttura odierna.
La chiesa presenta una facciata ottocentesca sormontata da un timpano triangolare, finestre e porta d’ingresso incorniciate da grossa pietra e un campanile di pietra., di epoca diversa, con beccatelli posti a tenere la cella campanaria. Proprio sopra l’ingresso si trova una pittura che rappresenta Cristo posto nelle mani di Dio, di cui non si conosce l’autore ma risalente al 1700. Nell’interno troviamo un’unica navata, tre altari e una volta a botte. La statua lignea di Sant’Antonio Abate è collocata sull’altare principale e fu realizzata insieme ad altre simili opere da maestri lucchesi della 1350.
La panoramica Fortezza Di Mont’Alfonso: uno sguardo sulla Garfagnana e Mediavalle.
Il viaggio prosegue in navetta verso la suggestiva e maestosa Fortezza di Mont’Alfonso, fatta costruire dai Castelnovesi per avere un luogo dove ripararsi dai frequenti attacchi dei lucchesi. Con i contributi degli stessi cittadini iniziò questa imponente costruzione proprio sul vicino colle che sovrasta tutta la valle.
Gli Estensi approvarono tale opera e il duca stesso volle che fosse intitolata a lui, proprio nel momento dell’inaugurazione e non a San Pantaleone, come era stato stabilito, santo a cui era dedicata la chiesa contenuta nella fortezza.
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