Natura e Trekking

Garfagnana Trekking: la grande traversata!
Dall’Appennino alle Alpi Apuane

Introduzione - Dall'Appennino alle Alpi Apuane

Nella primavera del 2020 abbiamo realizzato questo itinerario pensando alla necessità impellente di tornare a camminare presto. Sappiamo che molti di noi sognano un’estate su sentieri poco frequentati, non lontani. Tutti sogniamo di trascorrere notti nell’abbraccio della natura liberi da ansie e timori. Per questo, partecipando a questo trekking, dapprima sospeso tra Toscana ed Emilia e poi attraverso gli angoli più suggestivi delle Alpi Apuane, potrete portare con voi la vostra tenda, i vostri materassini ed il vostro sacco a pelo. In Alternativa potrete usufruire di una delle tende che metteremo a vostra disposizione. Ci occuperemo noi di trasportare il vostro bagaglio e la vostra attrezzatura tra i diversi posti tappa. Voi potrete così camminare leggeri, accompagnati da una guida e trasportando in un piccolo zaino solo lo stretto necessario per la vostra giornata all’aria aperta. 

L’itinerario che vi proponiamo percorre in parte la classica Grande Escursione Appenninica e cuce, in un percorso emozionante, località e sentieri inusuali e poco frequentati che attraversano località di grande bellezza e fascino. Poi, raggiunte le pendici delle Alpi Apuane, le attraverseremo toccando alcune tra le vette più belle ma utilizzando un percorso inusuale in grado di offrire panorami inconsueti, un diverso approccio ed una esperienza unica. Partiremo dal borgo medievale di Sillico e termineremo il viaggio a piedi a Fornovolasco, un altro dei nostri luoghi del cuore. Completeremo l’ultimo giorno il nostro anello usando un mezzo divertente ed ecologico: la mountain bike elettrica.

Disegnando così un tracciato che combina borghi medievali, antiche mulattiere, atavici sentieri di transumanza, creste e panoramici tratti delle vette apuane più belle.

  • Durata: 12 giorni/11 notti.
  • Tipologia:Itinerario trekking itinerante con trasporto bagaglio.
  • Alloggi: Alberghi/Case-vacanza, Rifugi, tende e case di paese.
  • Difficoltà /Impegno: 6 (in una scala da 1 a 12). Percorso che prevede da 5 a 7 ore di cammino giornaliero. Alternanza di giornate impegnative con discreti dislivelli, altre più facili. Terreno non impegnativo su sentieri che non presentano difficoltà tecniche di rilievo nella parte appenninica, terreno a tratti impegnativo su sentieri che possono presentare brevi tratti con difficoltà tecniche nella parte apuana.

Il nostro percorso tra Appennino e Alpi Apuane propone un’esperienza di viaggio lungo insoliti itinerari tra borghi medievali e panorami montani che non ci si aspettano in Toscana.

Programma

Arrivo in paese e sistemazione in alcuni piccoli appartamenti del borgo. Il paese di Sillico è senza dubbio uno dei piùinteressanti della vallata, conservando intatto il fascino dell’antico ciottolato e delle abitazioni. Offrendo una delle vedute più ampie, il panorama abbraccia le Alpi Apuane e la Garfagnana in un quadro di rara bellezza. Vivere l’emozione del tramonto passeggiando lungo gli antichi vicoli alla scoperta di antiche storie nascoste tra le pietre sarà sicuramente un bell’inizio per questa vacanza tra le montagne più solitarie della Toscana.

INCLUSO: Cena

Sarà lunga la salita che ci porterà da Sillico fino a Lame di Capraia, sullo spartiacque appenninico. Ma fortunatamente ombrosa. A breve distanza da Sillico incroceremo un antico eremo, l’Eremo di Capraia e non lontano dall’eremo un piccolo paese di pastori, Capraia, appunto. Ed una coppia di pastori vive ancora poco più in alto, la loro casa affacciata sulla vallata e la piccola stalla poco più sotto, tra gli alberi. Qua potremo riempire le nostre bottiglie con acqua fresca e magari scambiare due parole con Quinta e Carlo, tra gli ultimi pastori di questa montagna.

La mulattiera con selciato in pietra di origine medievale prosegue da qua ben larga e ben conservata. Attraverso grandi boschi di faggio di quando in quando usciamo per godere di bei panorami da radure soleggiate e raggiungere la località Lame di Capraia a circa 1600 metri di altura. Qua potremo fermarci per riposare e mangiare il pranzo al sacco, seduti all’ombra dei faggi e circondati da prati verdi.

Nel pomeriggio seguiremo il percorso che si snoda sulla dorsale. Il sentiero c’invita a seguire il filo della cresta. Ora attraverso spazi aperti, ora snodandosi tra piccoli faggi contorti cresciuti sull’orlo che cuce insieme le due regioni: Toscana ed Emilia. In un piacevole susseguirsi di ondulati pendii e cambiando spesso il passo tra brevi erte e discese, raggiungiamo la località di crinale nota come “Il giro del Diavolo”. Aleggia tra questi cumuli di sassi accatastati dalla devozione di pellegrini attraverso i secoli, una leggenda che ci rimanda al piccolo borgo di San Pellegrino, la nostra meta. Borgo che raggiungeremo da qui in breve tempo percorrendo un pacifico e comodo sentiero nella faggeta.

Presso San Pellegrino in Alpe allestiremo il nostro campo per la nostra prima notte sull’Apppennino. Utilizzeremo una struttura posizionata in un luogo incantato. Davanti a noi il tramonto e l’intero skyline delle Alpi Apuane.

INCLUSO: Colazione/Pranzo al Sacco/Cena

Abbiamo dinanzi una lunga giornata di cammino che riserva per noi splendide sorprese di panorami e silenzi. Ben presto nel corso della mattinata, ci lasceremo alle spalle l’ombroso faggio spintosi ben alto sul crinale per uscire con un ultimo passo sulla lunga balconata priva di vegetazione lungo la quale si getta in avanti il percorso della “Grande Escursione Appenninica”. E adesso lo sguardo può finalmente raggiungere la cuspide del monte Cusna (2121 m.) e Lama Lite, il Monte Vecchio e più avanti il Monte Prado che con i suoi 2054 metri sfoggia, orgoglioso, l’emblema di cima più alta della Toscana.

Toscana che si stende in basso alla nostra sinistra. Mentre la laboriosa e fertile Emilia appare in basso alla nostra destra, quasi nascondendo nella foschia estiva l’iconico tacco roccioso della Pietra più famosa di Bismantova. Incontreremo un luogo di pace e silenzio per godere di questi panorami consumando il nostro pranzo al sacco e  riposeremo corpo e spirito cullati dalle brezze del crinale. Raggiungeremo il tetto della riposeremo corpo e spirito cullati dalle brezze del crinale. Raggiungeremo il “tetto della Toscana” per poi iniziare una lunga discesa che dai 2054 metri ci condurrà a quota 1200, nel cuore del Parco dell’Orecchiella. Qua, ai piedi della Pania di Corfino, si adagia il morbido prato del Rifugio Isera.                      

Il Rifugio, gestito dagli amici Francesca e Davide, sarà per noi una piacevole location di cui godremo anche per il giorno successivo, il nostro programma prevede infatti due pernotti in questo luogo accogliente.

INCLUSO: Colazione/Pranzo al Sacco/Cena

Naturalmente potrai decidere di trascorrere questa giornata leggendo un libro e riposando all’ombra dei faggi, magari nelle vicinanze del fresco ruscello che scorre poco lontano. Ma sarai benvenuto se vorrai incamminarti con il gruppo seguendo la guida verso l’Orto Botanico. Da qui inizia il ripido sentiero su sassi e rocce che porta sulla cima della Pania di Corfino. 1600 metri non sono una quota degna di grande considerazione nella letteratura di montagna, ma questa piccola cima si trova a dominare comunque maestosamente la Garfagnana, ponendo dinanzi allo sguardo di chi dalla cima gode dell’immenso panorama, una sequenza di vedute davvero impressionante. Giriamo su noi stessi e se il cielo è con noi, terso e limpido, potremo spingere lo sguardo fino alla Liguria, alle alture che separano Lucca da Pisa e, soprattutto, seguire con gli occhi dal basso tutta la cresta che abbiamo percorso il giorno precedente.

Scenderemo poi all’alpeggio di Campaiana per tornare co un circuito ad anello al nostro campo, seguendo mulattiere e sentieri di pastori.

INCLUSO: Colazione/-/Cena

Ci addentriamo oggi nei folti e silenziosi boschi della riserva dell’Orecchiella. Piccoli torrenti e limpide acque incrociano il nostro cammino, piccole radure assolate intervallano l’ombra che ci accompagna e ci aiuta nella salita a risparmiare forza ed energia. Attraverso questi boschi e in tarda mattinata, abbandoniamo ogni sentiero ed ogni traccia di percorso per avventurarci attraverso una zona completamente selvaggia per incontrare più in basso una stalla in disuso che testimonia la frequentazione di pastori fino a tempi recenti. La valle di Soraggio è stata infatti la culla di folte greggi transumanti che scomparivano nell’inverno per poi tornare agli alpeggi estivi all’inizio dell’estate. Ci aspetta un’ultima salita prima di poter godere di un meritato ristoro. Ma usciti finalmente dal bosco, ci sorprenderà la vista della cresta sommitale dell’Appennino e la pace del Rifugio La Foce, presso cui sosteremo per il pranzo. E sulla cresta saliremo dopo la sosta, cavalcandone le forme ondulate e godendo di viste impagabili. Lasciamo che sia la logica linea della cresta a decidere della nostra direzione e seguiamo con piacere il sentiero che ne disegna il contorno. Gli ultimi chilometri del nostro cammino odierno seguono in massima parte una piccola strada sterrata che, volentieri, abbandoneremo ogni volta che potremo scegliere di attraversare dolci declivi erbosi per poi riagguantarla comunque poco più in basso. Il Passo di Pradarena, tra Lucca e Reggio Emilia, si apre all’improvviso davanti a noi uscendo dall’ultimo passaggio boscoso di questa bellissima giornata. E qua trascorreremo la notte.

INCLUSO: Colazione/Pranzo al Sacco/Cena

Non trascorreremo molto tempo nell’ombra del bosco questa mattina. Una ripida salita sarà presto lasciata alle spalle ed il sentiero proseguirà tra il verde dell’erba seguendo le curve sinuose di questa cresta laterale che punta dritta alla grande mammella del Monte Tondo. Più avanti facilmente distinguibile in lontananza. La catena apuana è davanti a noi, camminiamo sospesi tra Garfagnana e Lunigiana, sul bellissimo tracciato che ci fa deviare dalla dorsale appenninica per ricondurci passo dopo passo verso la Garfagnana. Dal Monte Tondo, nei giorni di cielo limpido, si distingue la città di La Spezia. È questo probabilmente uno dei punti panoramici più sorprendenti del comprensorio. E non ci stupirà quindi scoprire presso la vetta, numerose coppelle votive scavate nella roccia dalla mano degli antichi abitanti, tra i primi frequentatori di queste sommità che ancora oggi ci lasciano senza fiato per la pace ed il silenzio che sanno dispensare.

Dal Monte Tondo ci getteremo attraverso boschi di faggio e radure per guadagnare, laggiù in basso, la strada che conduce a Passo Tea. Importantissimo valico presso cui scopriremo le rovine recentemente riportate alla luce di un antico ospedale per pellegrini lungo quella che è stata battezzata “Via del Volto Santo”.

Da qui sarà la strada asfaltata a condurci. Ma in pochi chilometri avremo la gioia di godere dell’ospitalità offertaci presso il Passo dei Carpinelli dall’amico Stefano, proprietario di questo tranquillo albergo la cui terrazza tanto si allunga in fronte al Monte Pisanino, il più alto delle Alpi Apuane, che quasi ci pare di poterlo raggiungere con le mani.

Presso l’Albergo potremo così godere di un pernotto comodo e agevole.

INCLUSO: Colazione/Pranzo al Sacco/Cena

Scesi dalle creste appenniniche imbocchiamo oggi i sentieri di mezza costa e di fondovalle che cucendo insieme come perle i borghi della Garfagnana, offrono al nostro viaggio l’esperienza di attraversare selve e coltivi entrando nei piccoli paesi attraverso l’ingresso originario, come antichi viandanti. Da Giuncugnano a San Michele perderemo quota per poi, grazie ad antichi ponti medievali ancora in uso, attraversare la valle di Garfagnana ed imboccare itinerari tra boschi di castagno e di borgo in borgo raggiungere la nostra meta. Presso il tranquillo paesino di Casciana ci fermeremo per la pausa pranzo. Dopodiché proseguiremo alla volta di Cascianella e Casatico per imboccare l’ultimo tratto del percorso: una facile stradella tra silenziosi boschi di castagno che ci condurrà al nostro ultimo posto tappa. Il bel paesino di Roggio apparirà davanti a noi all’improvviso, svelandoci la propria presenza, tenuta nascosta durante i precedenti giorni di cammino. Il percorso di oggi si concluderà così, percorrendo, stanchi ma felici, questi stretti viottoli di un paese che pare dimenticato tra le selve, sovrastato dalla mole del Monte Tambura e abbracciato in ogni lato dal verde del castagno.

Sarà possibile pernottare in tenda in alcuni terreni privati o, a seconda della disponibilità, usufruire di camere o appartamenti in paese. Sarà comunque garantita la possibilità di usufruire di toilette e doccia.

A sera gusteremo i piatti di Gemma presso il ristorante La Capannina, accompagnando le ricette della Garfagnana con una buona bottiglia di vino consigliata dal nostro oste Andrea.

INCLUSO: Colazione/Pranzo al Sacco/Cena

Imbocchiamo un antico sentiero oggi ai margini del paese e presto saremo circondati solo da ettari e ettari di verdi boschi. Anticamente, questa parte dell’itinerario, era percorsa da greggi e pastori che lo utilizzavano per salire ai pascoli in quota. Ne troviamo testimonianza quando incrociamo, dopo circa 45 minuti di cammino, una Maestà (piccola cappella votiva) ben conservata.

Da qui seguiamo la strada sterrata che ci porta all’antico alpeggio di Campocatino. L’itinerario punta ora decisamente a raggiungere i bastioni apuani del Monte Tambura ma dopo un tratto di avventuroso sentiero poco frequentato, incrociamo una marmifera. La seguiamo in discesa per imboccare poi l’antica via detta “Todt” dal nome dell’impresa tedesca di lavori forzati che durante la seconda guerra mondiale utilizzava mano d’opera locale per realizzare opere funzionali al dispiegamento delle forze alemanne. L’antica strada è stata erosa dalle intemperie in diversi tratti ma ne è tuttavia visibile la struttura e, soprattutto, percorribile, a piedi, lo sviluppo.

Uscendo dal bosco ci sorprendono i nudi ed estesi declivi erbosi che scavalcano il Passo Sella, poderoso dorso montano spazzato dal vento in ogni stagione. Percorrendone gli altalenanti contorni ci dirigiamo verso uno dei più bei percorsi di cresta delle Alpi Apuane, sottile sentiero che ci toglie d’impaccio aggirando con abili manovre massi e luoghi esposti. Sempre offrendoci impagabili scorci e panorami.                                                                           

Proprio sotto la vetta del Monte Sumbra, raggiungiamo un’ampia sella rocciosa che invita ad una rilassante pausa in uno scenario grandioso. Da qui guadagniamo la vetta risalendo un breve tratto di sentiero attrezzato con cavo metallico. La discesa lungo il versante opposto del Monte Sumbra è divertente ed appagante. Tra gradoni di roccia e tratti di cresta, piccole piante di faggio contorte dal vento sull’orlo delle alte pareti ed altri alberi, maestosi, poco più in basso, attraversiamo zone e paesaggi differenti per imboccare poi l’ultimo tratto di sentiero che ci porta al piccolo borgo di Capanne di Careggine. E anche quest’ultimo tratto è all’altezza del percorso, donandoci splendidi scorci e inusuali passaggi tra pareti rocciose.

A Capanne di Careggine, accolti dall’amico Marco, alloggiamo in confortevoli appartamenti dai quali la vista spazia sul gruppo delle Panie e sul Monte Corchia, le montagne verso le quali siamo diretti.

Incluso: Colazione/Pranzo al Sacco/Cena

Dopo una prima giornata lunga e avventurosa, ci aspetta oggi una tappa più corta e rilassante. Questo ci permette di godere in tranquillità della colazione, al cospetto di un panorama magnifico sulle montagne attorno. Il primo tratto dell’itinerario odierno ci porta a scendere nella valle sottostante dove attraversiamo la diga del bacino artificiale di Isola Santa per gettare da lì uno sguardo sul piccolo paese in pietra, incastonato in una valle da favola, sulle rive del lago. Le verdi acque e la cornice delle profonde selve di castagno sottolineano l’armonia di queste antiche case che sembrano riscoprire nelle forme eleganti della chiesa finalmente restaurata la loro origine e la loro identità comunitaria.

Da qui s’inerpica il sentiero, dapprima con salita dolce, quasi a concederci un lento approccio leggero, poi più deciso e senza troppe curve per guadagnare in breve distanza significativi metri d’altura, superando tracce ancora visibili, all’occhio attento, della terribile alluvione che sconvolse questo e altri paesaggi negli anni ’90.

E salendo così, immersi tra i castagni, raggiungiamo il paesino abbandonato di Col di Favilla. Una delle ultime eminenti descrizioni che possediamo di questo luogo ci è stata regalata da un giovane Fosco Maraini, che qui si parò per passare la notte ed affrontare il giorno successivo la mole imperiosa del Pizzo delle Saette, svettante parete rocciosa a guardia della costa boscosa sulla quale giace disteso il paese.

Da Col di Favilla all’Alpeggio di Puntato, il sentiero spesso ci consente di prendere fiato con piacevoli intervalli pianeggianti in un dolce susseguirsi di saliscendi. Nei pressi della chiesina di pietra dell’alpeggio ci sorprenderanno i faggi disposti ordinatamente in filari ai due lati del sentiero che ora, nell’ultimo tratto, sfoggiano ancora l’antico adorno di verdi siepi di bosso. Al lato della chiesina, invece, un ampia radura ci permette di riposare la vista sulle scoscese pendici del Monte Freddone, ai cui piedi, tra il fitto del bosco, possiamo distinguere la grigia pietra della Baita Il Robbio, la nostra meta. A circa un chilometro da qui raccogliamo il nostro bagaglio, trasportato dal fondovalle a questa quota utilizzando una ingegnosa teleferica e lo portiamo con noi nelle vicinanze della Baita dove pernotteremo.

L’amico Mauro sarà lieto d’impartire utili suggerimenti sull’utilizzo delle strutture a disposizione, servendoci poi un buon pasto ristoratore presso l’affascinante baita.

L’alpeggio è un luogo silenzioso dove magicamente ci viene concessa la possibilità di tornare a respirare il profumo reale della natura e delle cose. Sapendone cogliere la magia nella leggera brezza tra le foglie del castagno, questo luogo evoca un’armonia tra l’uomo e l’ambiente che sa essere più significativa di ogni parola. Per questo, trascorrere un pomeriggio lasciandosi cullare dalla montagna è uno dei regali più grandi che questa esperienza può darci. E giunge presto la sera quando la natura ci ammalia. E con la sera il profumo della legna e della cucina da cui arrivano sulle tavole i piatti semplici e buoni. Una serata speciale.

INCLUSO: Colazione/Pranzo al rifugio/Cena

Dal nostro posto tappa possiamo salire oggi su due vette apuane dalle quali ammirare paesaggi bellissimi attraversando luoghi poco frequentati e selvaggi.

La nostra giornata inizia affrontando la ripida salita del Monte Freddone. Dapprima seguendo tracce di antichi sentieri di carbonai, là dove non sono state cancellate o abilmente mimetizzate dal tempo, poi abbandonando ogni esitazione e risalendo cautamente l’aspro pendio, tra massi taglienti e profumo di santoreggia, paleo e coraggioso ginepro.

Raggiunta la cresta, ci avventureremo a inseguirne la fuga che conduce alla cima, modesta ma sorprendente elevazione da cui le vette apuane di ben più alta statura si stagliano tutt’intorno, disegnando il miraggio di queste montagne luminose sorte a due passi dal mare. Come per incanto.

La discesa ci sfida a contenere l’impeto per poter incontrare l’appoggio sicuro e attraverso ripidi boschi eccoci tutto d’un tratto sulla vecchia marmifera che in passato vedeva scendere a valle i blocchi di marmo estratti su questo versante del Monte Corchia.

La seguiamo apprezzandone il progressivo tramutarsi in comodo sentiero col passare degli anni, dato che là dove passavano camion oggi calpesta il suolo solo la scarpa. Raggiunti i luoghi d’estrazione, silenziosi, inattivi e abbandonati, procederemo per raggiungere la cresta sommitale ormai a portata di mano.

Da lì alla vetta e dalla vetta alla discesa sul versante opposto, l’itinerario ci propone panorami grandiosi sul gruppo delle Panie, sulla costa toscana, sulla Garfagnana e sul lontano profilo appenninico.

A Foce di Mosceta ritroviamo il piano e la comodità di un sentiero che si snoda senza pendenze tra le vette più alte di questo settore prima di gettarsi tra l’ombra dei faggi e proseguire all’incirca sulla stessa quota fino alle affascinanti geometrie dei terrazzamenti dell’Alpeggio di Puntato, conquistati nei secoli dall’uomo con il lavoro di molte estati e di molte braccia.

L’amico Mauro ci aspetta con la cucina che fuma e nell’aria pregustiamo la cena. Ancora una sera in questo piccolo paradiso nel verde. Ancora una notte nell’abbraccio delle montagne.

INCLUSO: Colazione/Pranzo al Sacco/Cena

Dopo colazione ricomporremo il nostro bagaglio per riportarlo alla teleferica, da cui proseguirà il viaggio per raggiungere il prossimo posto tappa.

Dopo di che, con il nostro piccolo zaino sulle spalle, torneremo ai piedi della Pania della Croce. Questa volta per risalirne il grande e ripido pendio erboso fino alla cresta e per la cresta raggiungere la cima e l’iconica croce che domina il litorale versiliese. E non a caso, ribadendo il titolo che vanta questa cima, ci troviamo oggi a camminare tra le pietre ed il paleo della Regina delle Apuane. Signora di questi paesaggi e culla di molti giovani e meno giovani, che su questa cima amano trascorrere le tiepide notti estive per ammirare lo spettacolo dell’alba.

Il piccolo paese di Fornovolasco si trova laggiù in basso, sul fondovalle lontano. Lunga sarà la discesa per lasciarci alle spalle i 1858 metri della vetta e raggiungere i 480 metri di frescura che le limpide acque della Turrite di Petrosciana sanno creare all’interno del paese, aiutate in questo dall’apporto e dall’impeto del Fosso dei Santi. Ma ci guardiamo bene dal perdere quota troppo presto e troppo presto guadagnare il paese.

Giunti al valico di Foce di Valli rinunciamo a proseguire nella discesa e seguiamo invece la divertente cresta che ci permette di arrivare all’acrobazia di pietra più famosa delle Alpi Apuane: l’arco naturale del Monte Forato, dove la roccia si getta nel vuoto per stupirci tracciando un anello impossibile. Adesso, dall’anello, potremo perdere quota, e senza rimorsi raggiungere Foce di Petrosciana con splendide viste su un’altra formazione bizzarra: il Monte Procinto.

Con un taglio a metà costa sotto il Monte Croce raggiungeremo un luogo quasi segreto nel fondo di un canyon dove l’amico Adolfo ha realizzato il suo piccolo paradiso. Una location diversa dalle precedenti, nel fitto di una foresta.

Grigliata e racconti di viaggio allieteranno la serata.

INCLUSO: Colazione/Pranzo al Sacco/Cena

È l’ultimo giorno del nostro intenso viaggio sulle Alpi Apuane. Dopo la colazione scenderemo lungo il canyon scavato dal ruscello, in circa un’ora di cammino troveremo le acque rinfrescanti che attraversano il piccolo borgo di Fornovolasco, antica area di miniere di ferro e fornaci. Sarà qui che il nostro cammino terminerà ma non il nostro percorso.

Nascosti su in alto e attorno al gruppo delle Panie sappiamo esserci piccoli borghi di poche case e di grande fascino. Arroccati su pianori nascosti tra il verde svettano, tra gli altri, i piccoli campanili di Vergemoli, Calomini, Brucciano. Per raggiungerli tutti e, visitandoli, approfondire la nostra conoscenza di questo stupendo territorio dall’orografia corrugata e ammaliante, abbiamo oggi un mezzo geniale.

A cavallo di bici elettriche risaliamo la strada tra i boschi e superando agevolmente le salite fino al 10% guadagniamo rapidamente quota lasciandoci alle spalle l’ingresso della famosa Grotta del Vento. È poco più in alto, infatti, che questa tranquilla stradella prende fiato e si concede tratti pianeggianti. Dietro alle curve sinuose di questo tracciato scopriamo scorci bellissimi di paesaggio ed inanelliamo, uno dopo l’altro, i piccoli paesini che ancora ospitano abitanti quassù, aggrappandosi al futuro con tenacia.

Poche auto percorrono questo itinerario ed il silenzio della montagna e del nostro mezzo di locomozione ci permettono di assaporare fino in fondo la piacevole brezza mentre circumnavighiamo le montagne fermandoci ad esplorare ogni borgo per catturarne la magia. Dopo gli abitati di Eglio e Sassi, una chiesina bianca da cui ammirare la valle della Garfagnana, infileremo un’ultima discesa e definitivamente toccheremo il fondovalle facendo il nostro ingresso a Castelnuovo di Garfagnana. Sarà quello il momento in cui alzando un bicchiere brinderemo ai giorni trascorsi assieme, nella speranza di avervi fatto vivere giorni di serenità e di emozionanti scoperte.

INCLUSO: Colazione

Dettagli

Bagaglio

Nello zaino da 25/30 lt che porterete con voi lungo il cammino:

  • 1 maglietta asciutta
  • Giacca impermeabile (volendo anche pantaloni impermeabili) per la pioggia
  • Protezioni per il sole (crema, occhiali, cappello)
  • Bottiglie per acqua (abbastanza da contenere almeno 2 lt nelle giornate più lunghe di cammino)
  • Piccolo contenitore di plastica in cui riporre panini e snacks
  • Guanti leggeri

Clima

Lungo il percorso vivremo situazioni micro climatiche molto diverse fra loro. Alcuni luoghi sono particolarmente caldi e le temperature percepite possono salire a 26/28 gradi. Altri luoghi sono più freschi con temperature percepite anche molto basse, specialmente nelle prime ore della giornata ed al tramonto (5/10 gradi). Inoltre, è importante ricordare che lo spartiacque appenninico attira sulle proprie cime tempeste estive anche forti e violente con fenomeni temporaleschi e grandine accompagnati da venti che abbassano ulteriormente le temperature percepite e reali. Queste possono, nel caso di tempeste di forte intensità in quota (1600/1800 m) abbassarsi fino a 0 gradi o poco più, nel corso dell’evento.

La quota comprende

Non incluso

Prezzo

DA

1.037 €

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Costo a persona

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